lunedì 21 aprile 2008

La Pietra della Vita a Oropa

Inizio con "La Pietra della Vita" (Ròch d'la vita in piemontese), noto masso, oggetto di culto fin dai tempi più remoti. Si trova all'interno dell'area del Santuario di Oropa forse il più importante dei monti sacri (vedi la pagina su Wikipedia e l'articolo dedicato al Santuario di Crea e alla sua Pietra Guaritrice) sulle pendici dei monti non molto distante da Biella, a nord-est della chiesa principale, parzialmente murato all'interno di una capella costruita nel 1700 per cercare di nasconderlo. E' interessante notare che questo luogo di pellegrinaggio monumentale è uno dei maggiori d'Italia e forse il luogo di culto mariano più antico dell'occidente. Oggetto di culto una statua lignea che rappresenta una MADONNA NERA, reminescenza dei culti precristiani della Dea, simbolo femminile della Fecondità della Terra. Secondo la leggenda portata qui da S.Eusebio (che cristianizzò il piemonte) nel 369 mentre si nascondeva dalla persecuzione dei pagani che popolavano il piemonte. In realtà, la statua venerata nella basilica antica è di fattura gotica, probabilmente risalente al 1200. Sembra ovvio comunque che questo fosse già un importantissimo luogo di culto naturale precristiano. Sappiamo infatti dagli scritti di Mario Trompetto, che "in Vercelli prevaleva il politeismo romano mentre nelle valli alpine e nel Monferrato si conservava intatto il culto degli antichi celti tra i quali la venerazione di grandi massi erratici. Dove rifulse l'animo apostolico di Eusebio fu l'impegno nell'eliminare il paganesimo specialmente nei centri di antichissimo culto come ad Oropa e a Crea sostituendo il culto delle deità femminili celtiche con il culto della Madre di Dio, Maria."


Sta di fatto che le prime cappelle e poi il santuario sorsero in un luogo già sacro, tra un gruppo di massi erratici considerati magici, un bosco sacro celtico e una fonte di acqua ancora oggi considerata miracolosa dai fedeli. La Basilica antica sorge su una delle pietre, considerata così sacrà che è stata lasciata a vista anche all'interno con tanto di candele e di offerte.


Proprio qui troviamo la santissimo madonna nera e il dipinto di Sant'Eusebio che come un druido benedice le popolazioni e gli animali della valle stando in piedi sulle pietre magiche, esattamente come San Cornelio a Cranac.



LA PIETRA DELLA VITA: oggetto principale del culto pagano che mai la chiesa riusci a sconfiggere è difficile da trovare quando ci si reca sul posto per la prima volta. Il luogo boscoso è pieno di massi affioranti dalla terra, ed essa si trova parzialmente coperta dietro ad una cappella costruita nel '700 per occultarla. Questo masso era oggetto di culto naturalistico precristiano e appartiene al gruppo di Pietre Guaritrici (vedi la Pietra Guaritrice di Villa del Foro e quella di Crea) così numerose in territorio piemontese. Ad esso le donne ricorrevano per i dolori lombari ma soprattutto quando avevano difficoltà ad avere figli. Il rito originario era questo: le donne entravano nella stretta fenditura, poi giravano più volte attorno al masso e infine vi battevano contro i genitali.


LA CRISTIANIZZAZIONE (vedi LINK) Quando Sant'Eusebio in fuga arrivò qui con l'intento di evangelizzare le popolazioni locali non riuscì ad impedire questo culto perchè era troppo radicato. Le dimensioni del masso, ma non solo di questo, reserò impossibile la rimozione, così per secoli si limitarono ad incidere varie croci (oggi chiaramente visibili) su di esso per renderlo "santo". Con il tempo la sopravvivenza di questo rito restava troppo forte e la fenditura venne murata più volte. Oggi, come dicevamo, la pietra è parzialmente coperta da una cappella del 1700, che contiene la parte principale del masso, ma gran parte di esso è ancora visibile. Sappiamo dalle testimonianze di gente come Carlo Ratti e Luigi Pertusi che ancora all'inizio del '900 c'erano lunghe file di donne, talvolta a piedi nudi, che borbottavano incompresibili filastrocche, giravano in tondo e battevano con forza le loro parti intime in un punto particolare della pietra.

Ancora oggi la pietra è meta di varie persone, che a volte furtivamente, a volte meno si siedono o si coricano sul masso approfittando delle sue energie benefiche.

Oltre alla Pietra e alla Madonna nera sono altre le stranezze di questo luogo legato a culti precristiani ed energie terrestri: proseguendo per una stradina verso est si arriva ad un'altra piccola cappelletta dedicata a S.Eusebio, costruita nel '800 in cui sono presenti molti simboli non cristiani tra cui una grande svastica.






Come raggiungere la Pietra: Da Biella seguire per Oropa. Arrivati in fronte al santuario non entrate ma proseguire sulla strada che sale a sinistra. Arrivati dietro all'edificio principale. a poche decine di metri dall'angolo a Nord Est della chiesa, si trova questa cappelletta bianca costruita sul masso.

Bibliografia:
Guida ai luoghi misteriosi d'italia, di Umberto Cordier. Ed. Piemme.
Le Grandi Pietre Magiche, di Roberto Gremmo. Ed. Storia Ribelle.

4 commenti:

  1. Nel mio nuovo libro i misteri delle Alpi biellesi nuove notizie inedite sul Roch dal vita di Oropa e sulla svastica Roberto Gremmo

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    1. Ovviamente ho comprato il libro l'anno scorso. I miei più vivi complimenti.

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  2. Troverete altri casi di megalitismo cristianizzato sulla mia pagina web in francese.

    http://localhost/oldmaps/cupules/pierres_des_ames.php#cult

    Ho aggiunto un link alla tua pagina.

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