venerdì 25 dicembre 2015

Melusina e Naga Kanya e Sheela Na Gig oriente ed occidente.

Ancora una volta vorrei tornare sulle similitudini e i legami tra oriente ed occidente, alle comuni radici delle culture indoeuropee, delle quali in questo periodo di "radici cristiane" ci stiamo dimenticando. Melusina è una figura leggendaria del Medioevo. Si trattava di una donna con la coda di un serpente o a volte di un pesce, simile per questo ad una Sirena. Bisogna ricordarsi però che le sirene della religione greca erano metà umane e metà uccelli. Comunque come molti altri miti medioevali, quello di melusina affonda le sue radici nelle leggende popolari precristiane, specialmente celtiche e greche.

 sopra: melusina in Piemonte: Chiesa di San Secondo a Cortazzone e Sacra di San Michele.

Nel medioevo questa figura venne ovviamente influenzata dal cristianesimo, il suo mito compare in vari libri tra i quali "Melusina" di Turing von Ringoltingen. Secondo la leggenda le melusine dovrebbero sposare un cavaliere a condizione di un tabù particolare: non essere viste nella loro vera forma, quella di una fata dell'acqua, con la coda di pesce o di serpente, al posto delle gambe. La rottura del tabù della melusina, fonte dell'autorità e della ricchezza cavalleresca, può condurre il cavaliere alla rovina e condannare la fata a rimanere una sirena per sempre.

La figura di Melusina è visibile in molte chiese medioevali, specialmente quelle romaniche. In questi luoghi di solito Melusina occupa i capitelli e in molti casi possiede due code, carica di significat sessuali e ricollegandosi in alcuni casi alla figura di Sheela na Gig dell'eredità celtica britannica.

nell'immagine sopra: una classica rappresentazione celtica irlandese di Sheela Na Gig, una rappresentazione più moderna della stessa figura a Sainte Radegonde, Poitiers in Francia dove è molto meno frequente. Nell'ultima foto una tipica rappresentazione di Melusina, come sirena su di un capitello.

Ora vorrei parlare della similitudine della stessa Melusina con Naga Kanya, figura leggendaria della mitologia indiana, metà donna e metà serpente. Essa appartiene ai Naga, divinità che popolano il sottosuolo, raffigurate di solito come serpenti e legati al culto della Madre Terra. E' interessante notare come queste figure risalgano al periodo della civiltà della valle dell'Indo, come ad esempio la figura di Pasupathi, ancestrale rappresentazione di Shiva e incredibilmente simile al dio celtico Cernunnos (LINK). Molte rappresentazioni di Melusina sono anch'esse incredibilmente simili alla rappresentazione di Naga kanya (foto sotto), che poi in molti casi è metà serpente, non solo pesce.


Naga Kanya considerata anche figlia dei Naga, è protettrice dei serpenti, ma come Melusina è anche legata al cultu dell'acqua, dei fiumi e della pioggia ed ha un posto d'onore nella religione Indù e Buddista non solo in India. Per chiudere il cerchio vorrei ora proporre alcune immagini di Sheela Na Gig e della divinità indiana della fertilità Lajja Gauri. Ancora una volta le sue origini risalgono al periodo pre-induista della civiltà della valle dell'Indo ed è sopravvissuta fino ad oggi.

Nelle foto sopra una rappresentazione di Sheela Na Gig che si trova nella chiesa di Notre-Dame de Bruyères-et-Montbérault e due sculture di Lajja Gauri in India. 

Vedi anche:
Chiesa di San secondo a Cortazzone
Sacra di San Mchele

Melusina web:
Libro: MELUSINA - TURING VON RINGOLTINGEN - stampa alternativa 1991.



giovedì 17 dicembre 2015

I 21 Alberi legati alla data di nascita.

AlberoData di Nascita
Abetedal 2 al 11 di gennaio e dal 5 al 14 di luglio
Nocciolodal 22 di marzo al 31 di marzo e dal 24 di settembre al 3 di ottobre
Corniolodal 1 al 10 di aprile e dal 4 al 13 di ottobre
Acerodal 11 al 20 di aprile e dal 14 al 23 di ottobre
Nocedal 21 al 30 di aprile e dal 24 al 2 di novembre
Pioppodal 1 al 14 maggio - dal 3 al 11 novembre - dal 5 al 13 agosto - dal 4 al 8 febbraio
Castagnodal 15 al 24 di maggio e dal 12 al 21 di novembre
Frassinodal 25 di maggio al 3 di giugno e dal 22 di novembre al 1 di dicembre
Carpinodal 4 al 13 di giugno e dal 2 al 11 di dicembre
Ficodal 14 al 23 di giugno e dal 12 al 21 di dicembre
Betullail 24 di giugno
Melodal 25 di giugno al 4 di luglio e dal 23 di dicembre al 1 di gennaio
Querciail 21 marzo
Olmodal 15 al 25 di luglio e dal 12 al 24 di gennaio
Cipressodal 26 luglio al 4 di agosto e dal 25 di gennaio al 3 di febbraio
Bacolarodal 14 al 23 di agosto e dal 9 al 18 di febbraio
Pinodal 24 di agosto al 2 di settembre e dal 19 di febbraio al 29 di febbraio
Salicedal 3 al 12 di settembre e dal 1 al 10 di marzo
Tigliodal 13 al 22 di settembre e dal 11 al 20 di marzo
Ulivoil 23 di settembre
Faggioil 22 di dicembre

mercoledì 17 giugno 2015

Judaculla Rock, una pietra coppellata negli USA

La Judaculla Rock è una grande pietra che esce dal terreno e si trova in North Carolina. A vederla in foto sembra proprio una grande pietra coppellata con canaletti e alcuni petroglifi. Purtroppo non ho trovato molto altro sull'arte rupestre in zona, ma questa mi sembra molto diversa dalle altre. Leggo che ha un grande valore per i nativi Cherokee, i quali dopo essere stati quasi completamente sterminati e deportati continuano ad attribuirle una grande importanza. Il nome deriva dal gigante dagli acchi a mandorla chiamato appunto Judaculla.


Una cosa che mi colpisce è il fatto che in nessun sito si parli di coppelle o "cup marks" appunto. Vedendo la foto sopra chiunque si interessi di pietre simili capirà la somiglianza con vari massi sparsi per l'arco alpino e il resto d'Europa. Comunque veramente molto interessante.


 Links:
https://en.wikipedia.org/wiki/Judaculla_Rock
http://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g49070-d144401-r157510435-Judaculla_Rock-Cullowhee_Jackson_County_North_Carolina.html

mercoledì 10 giugno 2015

Chiesetta romanica di Levo, ex tempio dedicato a Beleno


Ancora una volta sono andato a visitare un luogo sacro, arrivato fino ai nostri giorni come luogo cristiano. Come molte altre volte voglio sottolineare che non bisogna andare a cercare molto lontano, le nostre terre sono piene di testimonianze del periodo precristiano e non bisogna nemmeno cercare di fantasticare troppo. Anzi le testimonianze ci vengono direttamente dai cristianizzatori che conservarono i luoghi per farne loro il culto così radicato e dai ricercatori che nel secolo scorso ristrutturarono la chiesa.


La chiesa si trova sempre in Piemonte a Levo, sul Lago Maggiore sopra a Stresa, posto magnifico. Si trova seguendo le indicazioni per la Chiesetta Romanica. La chiesa venne restaurata nel 1944 e in quel momento vennero poste delle targhe che spiegano la storia del luogo e sistemate le stele che qui si trovavano. Due sono state murate all'ingresso della chiesa, una con inscrizione romana e una in caratteri etruschi e lingua celtica. Altre tre stele sono state rimosse e conservate al Museo di Antichità di Torino.
La chiesa fu un tempio pagano dedicato al Dio Sole (Belenus) e poi cristianizzato dai Santi Giulio e Giuliano delle riviera d'Orta, di cui oggi si conserva un antico affresco.


Sul muro opposto infatti c'è la parte più interessante. Vi si trova conservato il portale d'ingresso del Tempio di Belenus, con la sua faccia sull'architrave in tipico stile celtico. In diversi casi queste facce sono sopravvissute in zona e arrivate fino a noi come reperti sacri. Sappiamo infatti che in molti casi Belenus venne poi identificato come il Dio cristiano (come la Madonna per Belisama e altre dee).
Sul lato destro si conserva anche un masso-vasca, che ci rimanda ad un'altra pratica sacra passata dal paganesimo al cristianesimo: quella dell'acqua santa. Sempre su questa facciata poi incontriamo l'affresco raffiguarnte i due santi che "cristianizzano" il tempio.


Al minuto 19:06 di questo bellissimo documentario (da vedere assolutamente se amate gli argomenti trattati in questo blog) c'è una bella spiegazione del luogo.



La chiesa è poi stata dedicata alla Vergine Taumaturgica delle Grazie, un'altro elemento tipico dei luoghi pagani cristianizzati.


LINKS e altri collegamenti:

lunedì 2 febbraio 2015

The Open Court, magazine 1887, divinità celtiche.

Trovo questa pagina e faccio copia incolla:
(Link diretto al libro: https://archive.org/stream/opencourt_dec1910caru/opencourt_dec1910caru#page/729/mode/1up)
 
s. The trinitarian god of Gaul has been preserved in several monu-ments, of which perhaps the oldest is the altar of Beaune, wherehe sits between two other gods of whom the one is horned while theother, a plain human figure, is assumed to be the Gallic Apollo.Another monument to the old trinitarian deity is a short pillar foundat Rheims representing him with three faces looking in three dififer- THE RELIGION OF ANCIENT GAUL AND CAESAR WORSHIP. 729 ent directions. The least archaic form of this same deity has been foundat Autun which minimizes the two heads. It seems to be a concessionto the more artistic and cultured taste that spread after the Romanconquest, for it shows one face in front which is normal, while theother faces on either side are not made prominent, which arrange-ment takes away the ugliness of a three-faced monstrosity. An interesting account of the Gallic Hercules so called, is pre-served by Lucian who under this name describes a Celtic divinityof eloquence. He says:



ALTAR OF BEAUNE. TRICEPHALUS AT RHEIMS. The Gauls call Hercules in their own language Ogmios, butthey picture him quite different than the Greeks and indeed strangeenough. I have seen his portraiture once where he is represented asan old bald-headed man, his hair gray as much as there is left of it,his face full of wrinkles and of as swarthy a complexion as that ofold sailors. One might have taken him for Charon or lapetus orsome other inhabitant of Tartarus, indeed for anything but for Her-cules. But his dress was quite Herculian, for he carried the lion 730 THE OPEN COURT. skin on his back, a club in his right hand, a bow in his left and aquiver over his shoulder. In this respect he was a true Hercules.My first thought was that this burlesque figure had been drawn forthe purpose of ridiculing the Greek gods, perhaps in revenge for therobberies which Hercules had committed in Gaul, when he wassearching for the oxen of Geryon. The most peculiar feature of this picture I have not yet t